Controllo della vista e esame funzionale
E' la scienza della visione ed il suo approccio con le problematiche visive è di tipo funzionale e non medico.
L'Optometrista è il professionista specializzato nel trattamento funzionale dell'apparato visivo.
Egli non si limita a verificare un'eventuale difetto visivo, ma eseguendo una completa analisi visiva è in grado di prescrivere il miglior sistema correttivo e di individuare un'efficace educazione visiva per combattere svariati problemi visivi e comportamentali quali la miopia funzionale, l'astenopia semplice o complessa, la difficoltà di apprendimento, ecc.
Optometria Comportamentale
E' un ramo particolare dell'optometria tradizionale che si occupa del comportamento visivo nel suo insieme. Ovvero studia i deficit visivi non come causa ma come adattamenti sensoriali all'ambiente che ci circonda. Ormai infatti la maggior parte delle attività umane non si svolgono più all'infinito come un tempo ma ormai lo spazio che ci circonda si è ristretto, ovvero la nostra vita si svolge in ambienti chiusi. Il problema è che il nostro sistema non era abituato e si trova in difficoltà e quindi tenta di adattarsi come può e da qui le varie sindromi.
Optometria Unicista
E' la più recente evoluzione dell'approccio Comportamentale. Secondo la filosofia del Principio Unico, il potere energetico della luce viene utilizzato tramite le lenti per migliorare e talora risolvere il problema visivo riscontrato.
Gli optometristi iniziarono la loro professione misurando esclusivamente la vista degli ametropi, al fine di fornire loro un ausilio ottico, che permettesse il miglioramento della vista o dell'acuità visiva. Ad un certo punto, un optometrista, il dott. Skeffington, si rese conto che i difetti di vista peggioravano, nonostante l'ametrope fosse munito di lenti.
Tali lenti permettevano una capacità risolutiva notevole, però sembrava che più si compensava in pieno il vizio di refrazione, più questo peggiorava velocemente. Nasceva cosi un nuovo modo di pensare. I difetti della vista non erano infatti errori della natura, bensì un adattamento della natura ad una situazione difficile. Le ametropie sono un adattamento ad una situazione anomala, sono cioè un maladattamento. Le lenti, compensando il maladattamento, vanno nella loro stessa direzione, cioè lo aiutano a consolidarsi ed eventualmente a progredire. Solo quando l'analisi visiva evidenzia una situazione stabilizzata si può compensare completamente l'ametropia.
L'optometria unicista non guarda solo il sintomo ma soprattutto la causa. Non si ferma a considerare solo l'occhio ma tutto l'organismo. Non guarda il caso a sè stante, in relazione a regole matematiche, ma guarda le esigenze individuali in relazione all'ambiente. La miopia non è una malattia e non va trattata come tale. Bisogna mettere l'occhio e tutto il corpo nella condizione di "riparare se se stesso", ovvero bisogna praticare quando necessario la rieducazione visiva. "Se le lenti negative sono nel miope la concausa dei suoi peggioramenti, che cosa succede usando in giusta quantità, e a tempo debito le lenti positive?" In altre parole è importante da queste parole il valore da dare alle lenti positive per la rieducazione visiva secondo i principi di YIN e Yang, acqua e sole, bianco e nero...
Questo nuovo modo di pensare fa parte delle scienze olistiche, perchè considera l'individuo nella sua interezza, in relazione all'ambiente dove vive e opera. La visione scaturisce dall'unità funzionale mente-corpo.
L'Optometria comportamentale non è una tecnica diversa, è un modo di pensare diverso, che inevitabilmente porta ad affrontare in una certa maniera tutto il proprio lavoro e non solo quello.