Cheratocono
L’esame del soggetto con cheratocono prevede negli stadi più avanzati la presenza
di segni caratteristici che si evidenziano mediante l’utilizzo della lampada a fessura,
della retinoscopia, e della cheratometria. La valutazione della presenza di cheratocono
viene facilmente effettuata quando già questa patologia ha già subito una certa
evoluzione. Le difficoltà maggiori si hanno soprattutto quando il cheratocono è
agli stadi iniziali perché i segni caratteristici non sono ancora facilmente evidenziabili.
L’anamnesi risulta un esame che può essere utile. Infatti il
soggetto con cheratocono riporta una visione doppia monoculare oppure una visione
distorta. Inoltre è molto probabile che a livello familiare siano presenti casi
di cheratocono. Un ulteriore aspetto evidenziabile durante l’anamnesi è associato
alle frequenti modificazioni del vizio refrattivo. Negli stadi più avanzati il soggetto
può presentare abbagliamento o fotofobia dovuti all’aumentata diffondanza oculare
che si associa alla modificazione della trasparenza della cornea. Negli stadi avanzati
il soggetto può riportare sensazione di corpo estraneo. Dopo l’anamnesi la valutazione
dell’AV ci permetterà di ottenere ulteriori informazioni utili per la valutazione
del cheratocono. La valutazione dell’AV evidenzierà la presenza di diplopia monoculare
o formazione di immagini fantasma in maniera più facile rispetto a quello che il
soggetto potrà riferirci durante l’anamnesi. Questo perché le mire utilizzate per
la valutazione dell’AV sono ad alto contrasto. Anche la retinoscopia risulta essere
un esame importante per la valutazione della presenza de cheratocono. Infatti nel
cheratocono si presentano i movimenti caratteristici della presenza di elevate differenze
di potere tra il centro e la periferia della cornea. Un movimento caratteristico
è quello a forbice oppure si presentano contemporaneamente 2 movimenti, uno discorde
al centro e uno concorde in periferia. Anche l’oftalmoscopia è in grado di fornirci
informazioni sull’eventuale presenza e posizione del cheratocono. Infatti in caso
di cheratocono il riflesso retinico risulta più chiaro nella zona periferica e più
scuro dove è posizionato il cono. Poiché nel cheratocono si modifica la morfologia
corneale anche il vizio refrattivo varia di conseguenza. Con il progredire del cono
la miopia aumenta e l’astigmatismo da regolare diventa irregolare e il suo potere
si modifica come del resto l’asse.
Queste considerazioni sono importanti poiché
a causa dell’età media di insorgenza una variazione iniziale del vizio refrattivo
può venire confusa con il normale sviluppo del vizio refrattivo. La cheratometria
è un ulteriore esame in grado di confermarci la presenza di un cheratocono. Infatti
si presenta un aumento della curvatura corneale e la deformazione delle mire: a
questo proposito esiste una classificazione del cono effettuata in base all’angolo
formato fra le linee di fede delle mire oftalmometriche (angolo di Amsler). Nei
casi in cui il cono ha subito una notevole evoluzione può rendersi necessaria una
modifica all’oftalmometro al fine di estendere l’intervallo di misura dell’oftalmometro.
L’aumento dell’angolo di misura può essere fatto ponendo davanti all’obiettivo dell’oftalmometro
una lente di + 1,25 e modificando i risultati così ottenuti con apposite tabelle.
Utilizzando la lampada a fessura si possono evidenziare le alterazioni subite dalla
cornea.
Queste alterazioni sono:
- Assottigliamento corneale: può essere evidenziato
mediante la sezione ottica. L’assottigliamento sarà maggiore a livello dell’apice
del cono;
- Anello di Fleisher: è un anello che si presenta alla base del cono di
colore giallo – marrone. Questo anello è causato da depositi di ferro sulla superficie
epiteliale. Di solito questo anello non è completo e viene meglio visualizzato col
filtro blu cobalto;
- Rottura della membrana di Bowman e Descmet: queste rotture si
visualizzano in sezione ottica ad elevati ingrandimenti. In associazione alle rotture
della Descmet si possono presentare come zone opache chiamate Nubecole dovute all’assorbimento
della cornea di umor acqueo;
- Strie di Voght: sono dovute ad alterazioni che avvengono
a livello delle fibre che compongono lo stroma. Si visualizzano come linee verticali;
-
Maggior visibilità delle fibre nervose: le fibre nervose corneali aumentano di dimensioni
e quindi risultano più facilmente visibili;
- L’endotelio a livello dell’apice del
cono a causa della curvatura posteriore della cornea risulta più luminoso;
- Segno
di Munson: è rappresentato dalla deformazione della rima palpebrale inferiore da
parte del cono e si visualizza facendo guardare verso il basso il soggetto.
Possiamo
avere un cono appuntito , un cono globoso e un cono ovale. Il cono appuntito è di
piccole dimensioni, generalmente inferiore a 5 mm con posizione centrale o leggermente
decentrata verso il basso e la cornea periferica risulta normale. In questo caso
il raggio centrale risulta molto curvo. Cono globoso: è presente nel 75% dei casi
ed interessa quasi tutta la cornea, in questo caso anche la periferia risulta alterata,
è in genere decentrato e presenta un’ampiezza superiore a 6mm. Cono ovale: i coni
di forma ovale risultano anche essi decentrati verso il basso ed hanno una forma
ellittica. Comparato col cono appuntito il cono ovale presenta maggiori rotture
della membrana di Bowman, e Descmet.